Il Convento di Sant'Antonio da Padova
Il più importante convento è quello di Sant'Antonio da Padova, posto ai piedi del paese, che fu costruito sulle rovine del Nosocomio di S. Antonio Abate; sorse come istituto di beneficenza e dinanzi ad esso sostavano i poveri per la distribuzione dei pasti. Fu costruito con il concorso di nobili famiglie.
L'ingresso è sorretto da pilastri arricchiti da numerose pitture che rievocano la vita del Santo. Nelle quattro corsie del portico si trovano meravigliose pitture che riproducono gli stemmi delle famiglie nobili che contribuirono alla costruzione. Nella sagrestia si incontra il sarcofago del secondo duca di Laurino Don Geronimo Carafa, ed il sarcofago di sua madre, ritratta supina sul coperchio. Al centro del chiostro si vede ancora la vecchia cisterna alla quale si attingeva l'acqua. Nel refettorio si trovano ricchi dipinti tra i quali quelli raffiguranti le famiglie ducali nei loro costumi tipici e complicati, ostentati nelle vie laurinesi; ad essi sono aggiunti gli stemmi dei Carafa, dei Sanseverino, dei Gaetani e degli Aragona.
Annessa al convento vi è la chiesa a cui si accede dal Pronao sulla cui volta si ammirano ricchi dipinti sulla vita di Sant'Antonio. Un'opera d'arte ammirevole è la porta di ingresso tutta in legno scolpito in diversi riquadri racchiusi in cornici.
Gli otto riquadri e le sei figure in basso rilievo della porta sono un vero capolavoro di scultura. Le figure rappresentano la Concezione di Maria, S. Francesco, S. Antonio, S. Lodovico re di Francia e S. Girolamo.
La chiesa ha una sola nave e il soffitto in legno tutto riccamente decorato con scene del trionfo di S. Antonio con molti suoi miracoli. Molto pregiato è senza dubbio l'altare maggiore, tutto in legno scolpito e decorato con la effigie del Salvatore sul ciborio. Arricchiscono la chiesa altri otto altari, ai cui lati ci sono tumuli e lapidi di persone illustri.
(Cfr: Italo Bruno, Cilento in fiamme, 1994)
Il Convento di San Benedetto
Del convento di S. Benedetto, vicino la porta degli "Zippi", che un tempo aveva annessa una chiesa, non si sa molto, solo che fu posto sotto la Sovrintendenza dell'Abbazia di Pattano.
I frati che lo abitavano furono costretti a lasciarlo intorno alla fine del '500, quando fu evacuato anche il convento di Rofrano. Nonostante ricevette maggiori donazioni di tutti gli altri, costituite in prevalenza da terre, tutto fu alienato, come si evince da qualche atto notarile dell'epoca conservato nella Biblioteca Pesce.
(Cfr: Italo Bruno, Cilento in fiamme, 1994)
Il Convento di Sant'Agostino
Del convento di S. Agostino resta oggi solo la chiesa ad una navata ogivale, dove sulla sinistra si trova un'edicola con il troncone triangolare e l'epigrafe su cui spicca una stadera e la scritta O. P. Q. L. hoc fac et vives, dedicata ad Alojsio Carafa Aragona, e sul quale vi è lo stemma dei Carafa. Il convento sorse per volontà di Mons. Don Agostino Odoardi, vescovo di Capaccio: subì la sorte degli altri e fu soppresso da Innocenzo X, per cui i suoi possedimenti furono divisi tra le varie parrocchie, mentre le rendite furono date al nuovo Cenobio che era sorto e al Cenobio delle Teresiane di Santo Spirito dove fu collocata la famosa campana di S. Agostino.
(Cfr: Italo Bruno, Cilento in fiamme, 1994)
Il Cenobio Benedettino
Oltre la valle, sulla sinistra del Calore sorgeva il Cenobio Benedettino dedicato a San Simeone, in quanto i contadini della zona lo avevano scelto come patrono. La chiesa di questo convento fu la prima a godere del privilegio della esenzione nel 1159 con Bolla di Papa Alessandro III nell'anno in cui fu eletto; successivamente, nel 1362, dal vescovo di Capaccio Tommaso di Santo Mango fu ceduta con tutte le sue rendite al monastero della SS. Trinità di Cava, ma riacquistò la sua autonomia l'anno seguente. La presenza di questo cenobio oggi è attestata da poche rovine e da una cappella posta attualmente in un altro comune e nella quale si celebra Messa una volta all'anno.
(Cfr: Italo Bruno, Cilento in fiamme, 1994)
Il Convento dello Spirito Santo
Progettato nel 1573 ed ultimato nel 1652, il Convento dello Spirito Santo, concesso alle francescane teresiane, nel 1713, a forma di quadrilatero su due giardini, subì varie trasformazioni: da convento a conservatorio, convento di clausura dopo il 1726, fu soppresso, rimodernato intorno al 1930 ed adibito a casa municipale oltre che ad asilo.