Tutto il territorio di Laurino è caratterizzato dal continuo intreccio tra natura ed interventi umani, che, tuttavia, consentono al paesaggio di conservare il suo aspetto naturale; di grande bellezza paesaggistica è la valle del torrente Torno, un'area che un tempo era interessata da numerose attività agricole e che oggi sta ritornando al suo aspetto originario.
Le attività agricole in parte permangono e gli effetti della pastorizia praticata per secoli, creano un paesaggio variegato, che ospita una notevole varietà di habitat: in alcuni punti prevale la vegetazione igrofila con specie arboree come l'ontano e il salicone, in altri si scorgono boschetti di roverella, mentre nelle vecchie siepi di confine domina il biancospino; dove ancora pascola il bestiame, regna la macchia mediterranea o la sua versione degradata, la gariga, anche se occasionalmente.
Ognuno di queste nicchie ecologiche rappresenta l'habitat ideale per le molte specie animali che vi si insediano: negli spazi più aperti, al confine tra campi, boschi e rocce è possibile scorgere specie come la poiana, il gheppio, il falco pellegrino e il corvo imperiale; in mezzo agli alberi o tra le siepi si possono avvistare l'averla piccola, il picchio verde e quello rosso maggiore ma anche tanti altri piccoli passeriformi come lo scricciolo, l'occhiocotto, la sterpazzolina, il codibugnolo; e all'imbrunire si potrebbe anche ascoltare il canto monotono del piccolo assiolo o della civetta, o quello un po' rauco dell'allocco.
Anche l'entomofauna è molto ricca; nella bella stagione è tutto un frullare d'ali di lepidotteri come il macaone, la farfalla pafia, e la bellissima vanessa oppure di grossi coleotteri come il cervo volante e il cerambice della quercia.
I mammiferi sono molto più difficili da incontrare, ma è possibile accertarsi della loro presenza dalle tracce che lasciano lungo i sentieri.
Dalla valle del torrente Torno si supera un valico a mille metri per poi ridiscendere e inoltrarsi nella faggeta, un bel bosco maturo dove si possono trovare tronchi che superano i tre metri di diametro.
Quei boschi sono eccellenti rifugi per il lupo, rarissimi nell'Appennino campano.
Al di sopra delle cime dei faggi spiccano lucenti le pareti calcaree da dove, di tanto in tanto, si stacca la sagoma di un grosso rapace, una poiana o un nibbio; ma può anche trattarsi, in casi del tutto eccezionali, di un individuo erratico di aquila.
Il tracciato segue parallelamente un piccolo torrente che va a sprofondare nella grava di Vesalo.
Da qui si giunge alla Valle Soprana, circondata da montagne e boschi che si mostrano in tutto il loro splendore, e dove qualche ovile e pozzi d'acqua sorgiva ricordano l'uso che in passato l'uomo faceva di questa valle.
Laurino è raggiungibile anche mediante una vecchia mulattiera che costeggia buona parte del fiume Calore, immersa in un bosco misto di caducifoglie dove dominano il carpino, l'acero montano e l'olmo.